L’ipertensione contribuisce ad aumentare l’incidenza di ictus e di eventi embolici sistemici nei pazienti con fibrillazione atriale sottoposti a terapia anticoagulante


I Ricercatori dell’University of Birmingham in Gran Bretagna, hanno verificato l’ipotesi che l’ictus e gli eventi embolici sistemici nello studio SPORTIF III e V, erano correlati alla pressione sanguigna, e che le differenze nell’incidenza degli eventi ( ictus, eventi embolici sistemici, sanguinamenti ) potrebbero anche essere associate al grado di ipertensione.

Un’analisi longitudinale, cross-sezionale, è stata condotta utilizzando i dati degli studi SPORTIF III e V.

I risultati hanno mostrato un incremento dell’incidenza di ictus e di eventi embolici sistemici con l’aumentare dei quartili di pressione sistolica, nei pazienti con fibrillazione atriale.

L’hazard ratio ( HR ) per l’ictus e gli eventi embolici sistemici, confrontando il più alto quartile di pressione sistolica con il più basso quartile, era 1.83, mentre la mortalità era più bassa nel quartile più alto ( HR = 0,64 ).

Nella coorte SPORTIF III e V, combinata, l’incidenza di ictus o di eventi embolici ischemici è risultata aumentata in modo significativo per valori medi di pressione sistolica maggiori di 140 mmHg.

Non è stata osservata alcuna relazione tra sanguinamento ed i quartili di pressione sistolica.

La proporzione dei soggetti con pressione sistolica media, maggiore o uguale a 140 mmHg, è stata del 35,8% nello studio SPORTIF III e del 20,6% nello studio SPORTIF V ( p < 0.0001 ).

Lo studio ha mostrato che l’ipertensione contribuisce ad aumentare l’incidenza di ictus e di eventi embolici sistemici nella fibrillazione atriale.
La percentuale degli eventi è aumentata in modo marcato quando i livelli di pressione sistolica hanno raggiunto o superato i 140 mmHg.
La più alta incidenza di ictus, osservata nello studio SPORTIF III rispetto allo studio SPORTIF V, può essere dovuta alla maggiore proporzione di soggetti con pressione sistolica superiore o uguale a 140 mmHg nel corso dello studio clinico. ( Xagena2007 )

Lip GY et al, Eur Heart J 2007; 28: 752-759

Cardio2007 Neuro2007

XagenaFarmaci_2007



Indietro

Altri articoli

È stato quantificato il rischio comparativo di trombosi con sindrome trombocitopenica o eventi tromboembolici associati all'uso di vaccini COVID-19 a...


Durante il monitoraggio periodico delle segnalazioni di sospetta reazione avversa condotto a livello nazionale ed europeo, in data 08/03/2021, l’Austria...



L'Acido Tranexamico riduce il sanguinamento chirurgico e riduce la morte causata da sanguinamento nei pazienti con trauma. Le meta-analisi di...


I pazienti con sindrome coronarica acuta sono a rischio di eventi di malattia arteriosa periferica ( PAD ) e tromboembolismo...


Non è chiaro se l'anticoagulazione avvantaggi i pazienti con insufficienza cardiaca ( HF ) in ritmo sinusale. Lo studio clinico...


I malati di tumore affrontano un aumentato rischio di tromboembolia arteriosa; tuttavia, non è sicuro quando inizi questo rischio in...


La malattia infiammatoria intestinale [ IBD ] è associata a un aumento del rischio di tromboembolismo venoso ( VTE )...


Gli anticorpi antifosfolipidi ( aPL ) possono attivare le piastrine e contribuire alla crescita vegetativa e all'embolizzazione nell'endocardite infettiva . Sono...


Gli anticorpi antifosfolipidi ( aPL ) possono attivare le piastrine e contribuire alla crescita vegetativa e all'embolizzazione nell'endocardite infettiva . Sono...